Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B
Bentornati a “Muranologia”! Muranologia è il nostro glossario on-line sull’isola di Murano e il suo vetro artistico. L’ultima volta abbiamo avuto il piacere di partire dalla lettera “A” -come Angelo Barovier, la cui opera fondamentale, nel lontano 1450, rappresenta una prima svolta cruciale nello sviluppo dell’industria vetraria, poiché fu il primo a scoprire la formula per il vetro trasparente, detto “vetro cristallo”.
Perché la lettera B è una buona lettera?
A è seguita da B e potremmo tranquillamente continuare a parlare di Barovier – citando la prestigiosa fornace Barovier&Toso o Marietta Barovier, figlia di Angelo, ispirazione ed esempio senza tempo per le imprenditrici e le artiste del vetro a lume – creatrice del primo “chevron bead” chiamato “perla rosetta”, ancora oggi in gran parte prodotta. B come Barovier, (Barovier&Toso e Barovier Marietta), B come Beads (perle), B come…Ma per questa volta preferiamo passare ad un altro argomento, approdando sul terreno degli strumenti di lavoro.
Perché è importante comprendere gli strumenti di lavoro utilizzati dai maestri vetrai di Murano?
La maggior parte degli strumenti sono ancora gli stessi usati in passato. Hanno fatto parte della vita quotidiana dei maestri, di generazione in generazione, diventando una sorta di pezzo del loro DNA; e “B” è anche la lettera iniziale di “Borsella” e “Bronzin”.
Tutti i maestri vetrai utilizzano gli stessi strumenti di lavoro?
Sì, fondamentalmente usano un insieme comune di strumenti di lavoro sin dal Medioevo. E nemmeno tanti, solo i pochi essenziali.
Qual è il nome della tenaglia?
La Borsella è una tenaglia speciale e una sorta di estensione della mano, del cuore e della mente dell’artista del vetro, come potrebbe essere un pennello per un pittore. Questo strumento molto semplice ma multifunzionale può essere utilizzato in mille modi diversi, dallo scolpire animaletti, o le foglie di un lussuoso lampadario in stile Rezzonico-Briati XVIII sec, per dare la forma e aprire la bocca di un vaso soffiato, e molto altro ancora.
I maestri hanno un banco?
Sì, naturalmente! B come Bronzin. Man mano che la massa incandescente è stata prelevata dal forno, appiccicata alla sommità del tubo, vedrete probabilmente i maestri dare una prima forma, con movimenti molto precisi e rapidi, arrotolandola o premendola sulla superficie di ferro di un banco, chiamato “Bronzin”.
Perché il banco di lavoro si chiama Bronzin?
Perché una volta era di bronzo.
Qualche altro esempio di utilizzo del Bronzin?
Saper far rotolare il vetro sul “Bronzin” è un’abilità di base molto importante, che probabilmente vi lascerà a bocca aperta quando un maestro inizia, ad esempio, a creare un vaso, un vasetto o una tazza con la filigrana o con la murrina millefiori. Prima di soffiare, vedrete la massa incandescente rotolare per un po’ sul bronzino e raccogliere pezzi di murrina o canne di vetro di filigrana: oggetti di vetro diversi verranno magicamente uniti tra loro senza perdere le proprie caratteristiche. Una volta terminato il lavoro, prima di entrare nel forno di raffreddamento, vedrete uscir fuori gradualmente i colori, man mano che la temperatura scende, e riapparire la murrina o la filigrana, come fossero dipinte in superficie, perfettamente riconoscibili ma in modo diverso e con forma definitiva, grazie alle mani magiche dei maestri e alla loro arte di soffiare con la canna.
Lorenzo Guglielmi
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Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B
Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C
Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D
Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F