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  • Muranology, il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

    C come Conterie (perle di vetro utilizzate per i gioielli), seguito da D, come Donne! Sappiamo che potrebbe sembrare ovvio che le perline e le donne siano un connubio creato in paradiso, ma c’è molto altro da dire quando questo incontro si svolge a Murano.

     

    Qual è il significato di “Conterie”?

    L’etimologia di questo termine deriva probabilmente dal vocabolo latino “comptus” > “contigia” > ornamento. Nell’800 si credeva che “conteria” derivasse dall’atto di “contare”, perché le perline erano usate spesso come moneta di scambio in diverse parti del mondo e, purtroppo, anche in Africa per la tratta degli schiavi. Tutti i tipi di perline, dalla tipica “rosetta” (creata da Marietta Barovier nel XV) secolo alle minuscole perle, erano detti “conteria”, ma dall’inizio del XX secolo il termine era specificamente riferito solo ad una perla ottenuta tagliando, per così dire, una fetta di una canna di vetro forata.

     

    Perché c’è un posto a Murano chiamato Conterie?

    Perché nel 1898 14 aziende locali fondarono la Società Veneziana per l’Industria delle Conterie, e trasferirono tutta la loro produzione in un grande complesso comune di 22.000 mq tra Palazzo Giustinian e la Basilica di San Donato. Questa nuova area divenne la sede di una delle più importanti realtà industriali della storia dell’isola, con i suoi 18 forni a gas per arrotondare le perline, 3.000 operai in totale (tra il 1940 e il 1970) in grado di produrre 45.000 tonnellate di perline!

     

    Le Conterie funzionano ancora oggi?

    Nel 1993, a causa della crisi economica, il complesso industriale è stato chiuso, ma le Ex Conterie sono tra gli edifici più iconici dell’isola di Murano. Una parte di esse è stata recentemente destinata ad uso residenziale e riqualificata, mediante l’apertura di attività commerciali quali alberghi, negozi o laboratori artigianali.

     

    C’è qualche posto interessante da visitare alle Ex Conterie?

    Sì, naturalmente! “Punta Conterie”, ad esempio, è un importante progetto di riqualificazione privata che unisce la promozione dell’arte del vetro tra tradizione e contemporaneità, con l’enogastronomia all’interno di un contesto archeologico industriale unico, con una splendida vista verso Navagero.

     

    Le donne hanno avuto un ruolo importante nelle conterie e nell’industria del vetro?

    Sì, perché Marietta Barovier ha aperto la via per il primo lavoro femminile riconosciuto in epoca premoderna a Venezia. Molte donne iniziarono a dedicarsi alla lavorazione del vetro a lume e/o come “impiraresse”, all’assemblaggio di gioielli. E oggi le donne sono ancora la maggioranza degli artigiani del vetro a lume e tra i migliori artisti in questa specifica tecnica.

     

    Perché la fornace, rispetto alle conterie, è rimasta a lungo uno spazio lavorativo esclusivo a gestione maschile?

    Non possiamo spiegare tutti i motivi in ​​poche parole, ma se oggi visiti una fornace ti renderai subito conto che questo lavoro richiede molta forza e, in passato, c’era un grande divario fisico tra uomini e donne.

     

    Oggi le donne sono attive anche nella fornace?

    Sì, le donne oggi non si limitano alla conteria e al vetro a lume, ma iniziano a lavorare con successo nelle fornaci come i loro colleghi maschi.

     

    Qualche esempio di un oggetto creato da donne in una fornace?

    Alla Glass Week 2021 abbiamo incontrato una compagnia di artiste di nome El Cocal (The Seagull) che hanno creato una batteria in vetro! E queste percussioni riproducono i suoni industriali di una fornace.

    Il vetro a lume è limitato alle perline?

    No, il vetro a lume può essere molto più che perline: calici, microlampadari, boccette di profumo, animali, piante, ecc. Non c’è limite alla fantasia. L’unico problema è la dimensione dell’oggetto che vuoi creare. Uno studio in vetro lavorato a lume è come un micro-forno con una fiammella nuda, una scrivania e un forno freddo grande come una scatola da scarpe.

     

    Qui nelle prime 6 immagini sono ci sono delle composizioni di fiori e piante di Alessia Fuga dedicata ad alcune delle persone speciali che ha incontrato nella sua vita. Ogni persona racconta una storia. Ogni storia è una piccola pianta realizzata con il vetro lavorato a lume.

    Lorenzo Guglielmi

    Altri articoli della Muranologia:

    Capitolo 0: Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

    Capitolo 1: Il glossario definitivo su Murano: Lettera M

    Capitolo 2: Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

    Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B

    Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C

    Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

    Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F

     

     

Il Quinto capitolo di Muranologia: lettera C e D

MURANOLOGY, IL PRIMO GLOSSARIO ON LINE SU MURANO: LETTERA C E D

Muranology, il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

C come Conterie (perle di vetro utilizzate per i gioielli), seguito da D, come Donne! Sappiamo che potrebbe sembrare ovvio che le perline e le donne siano un connubio creato in paradiso, ma c’è molto altro da dire quando questo incontro si svolge a Murano.

 

Qual è il significato di “Conterie”?

L’etimologia di questo termine deriva probabilmente dal vocabolo latino “comptus” > “contigia” > ornamento. Nell’800 si credeva che “conteria” derivasse dall’atto di “contare”, perché le perline erano usate spesso come moneta di scambio in diverse parti del mondo e, purtroppo, anche in Africa per la tratta degli schiavi. Tutti i tipi di perline, dalla tipica “rosetta” (creata da Marietta Barovier nel XV) secolo alle minuscole perle, erano detti “conteria”, ma dall’inizio del XX secolo il termine era specificamente riferito solo ad una perla ottenuta tagliando, per così dire, una fetta di una canna di vetro forata.

 

Perché c’è un posto a Murano chiamato Conterie?

Perché nel 1898 14 aziende locali fondarono la Società Veneziana per l’Industria delle Conterie, e trasferirono tutta la loro produzione in un grande complesso comune di 22.000 mq tra Palazzo Giustinian e la Basilica di San Donato. Questa nuova area divenne la sede di una delle più importanti realtà industriali della storia dell’isola, con i suoi 18 forni a gas per arrotondare le perline, 3.000 operai in totale (tra il 1940 e il 1970) in grado di produrre 45.000 tonnellate di perline!

 

Le Conterie funzionano ancora oggi?

Nel 1993, a causa della crisi economica, il complesso industriale è stato chiuso, ma le Ex Conterie sono tra gli edifici più iconici dell’isola di Murano. Una parte di esse è stata recentemente destinata ad uso residenziale e riqualificata, mediante l’apertura di attività commerciali quali alberghi, negozi o laboratori artigianali.

 

C’è qualche posto interessante da visitare alle Ex Conterie?

Sì, naturalmente! “Punta Conterie”, ad esempio, è un importante progetto di riqualificazione privata che unisce la promozione dell’arte del vetro tra tradizione e contemporaneità, con l’enogastronomia all’interno di un contesto archeologico industriale unico, con una splendida vista verso Navagero.

 

Le donne hanno avuto un ruolo importante nelle conterie e nell’industria del vetro?

Sì, perché Marietta Barovier ha aperto la via per il primo lavoro femminile riconosciuto in epoca premoderna a Venezia. Molte donne iniziarono a dedicarsi alla lavorazione del vetro a lume e/o come “impiraresse”, all’assemblaggio di gioielli. E oggi le donne sono ancora la maggioranza degli artigiani del vetro a lume e tra i migliori artisti in questa specifica tecnica.

 

Perché la fornace, rispetto alle conterie, è rimasta a lungo uno spazio lavorativo esclusivo a gestione maschile?

Non possiamo spiegare tutti i motivi in ​​poche parole, ma se oggi visiti una fornace ti renderai subito conto che questo lavoro richiede molta forza e, in passato, c’era un grande divario fisico tra uomini e donne.

 

Oggi le donne sono attive anche nella fornace?

Sì, le donne oggi non si limitano alla conteria e al vetro a lume, ma iniziano a lavorare con successo nelle fornaci come i loro colleghi maschi.

 

Qualche esempio di un oggetto creato da donne in una fornace?

Alla Glass Week 2021 abbiamo incontrato una compagnia di artiste di nome El Cocal (The Seagull) che hanno creato una batteria in vetro! E queste percussioni riproducono i suoni industriali di una fornace.

Il vetro a lume è limitato alle perline?

No, il vetro a lume può essere molto più che perline: calici, microlampadari, boccette di profumo, animali, piante, ecc. Non c’è limite alla fantasia. L’unico problema è la dimensione dell’oggetto che vuoi creare. Uno studio in vetro lavorato a lume è come un micro-forno con una fiammella nuda, una scrivania e un forno freddo grande come una scatola da scarpe.

 

Qui nelle prime 6 immagini sono ci sono delle composizioni di fiori e piante di Alessia Fuga dedicata ad alcune delle persone speciali che ha incontrato nella sua vita. Ogni persona racconta una storia. Ogni storia è una piccola pianta realizzata con il vetro lavorato a lume.

Lorenzo Guglielmi

Altri articoli della Muranologia:

Capitolo 0: Vetro di Murano, tradizione o innovazione?

Capitolo 1: Il glossario definitivo su Murano: Lettera M

Capitolo 2: Muranologia – il primo glossario online su Murano: lettera A

Capitolo 3: Muranologia – il primo glossario on-line su Murano: lettera B

Capitolo 4: Muranologia – il primo glossario on line su murano: lettera C

Capitolo 5: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera C e D

Capitolo 6: Muranologia – il primo glossario on line su Murano: Lettera E e F

 

 


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